L'Aula Magna del Rettorato ha ospitato la presentazione dell'ultimo libro dell'attore messinese Nino Frassica intitolato "Piero di essere Piero", nelle cui pagine si sprigiona la sconfinata verve comica che ha sempre contraddistinto la carriera dell'autore. Alla presentazione è intervenuta la Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari: "è un piacere essere qui ad accogliere una platea così vasta; è davvero impressionante poter vedere un'Aula Magna gremita di sabato pomeriggio a ridosso del Natale. Tutto questo calore è indice di ciò che Nino Frassica rappresenta per i messinesi. Oggi celebriamo il suo genio comico surreale e ribadiamo l'orgoglio di una intera città, fiera di essere la culla creativa di una grande persona. Quest'Aula è abituata ad iniziative scientifiche, a convegni e congressi, ma anche saper far ridere è un evento culturale di enorme importanza. Negli anni, Nino Frassica ha affrontato con ironia, attraverso le fiction e non solo, anche tematiche etiche cariche di umanità ed ha sempre portato con sé la sua Messina, con aneddoti, ricordi, poster nei suoi spettacoli o nelle sue scene, senza mai lasciarsela alle spalle".
Ha dialogato con Frassica il prof. Dario Tomasello, Coordinatore DAMS. Era presente, tra gli altri, Titti Batolo (Feltrinelli Point Messina).
Il libro raccoglie una serie di racconti che ritraggono le sfaccettature di numerosi personaggi accomunati dal nome. Tutti, infatti, si chiamano Piero. Ci sono Piero Fois, Piero Gigio, Piero Luperto, San Piero Cavaliere, Piero il timido, Piero Moscati, ognuno dei quali è descritto in maniera ironica e marcatamente paradossale. Tra comicità pungente, giochi di parole e incastri linguistici, il libro trascina i lettori nei meandri più esilaranti che contraddistinguono le vicende di ciascun protagonista.
"Ringrazio - ha detto Nino Frassica - l'Università, i presenti e gli amici che vedo qui in Aula. A differenza del mio precedente libro, 'Piero di essere Piero' è una raccolta di racconti. Quando scrivo, ma anche quando recito, non voglio lanciare nessun messaggio, ma desidero solamente far ridere. Mi piace scrivere perché non c'è nessun copione e mi sento più libero di praticare il surrealismo. Sarò sempre legato e grato alla mia città che, per me, è stata Università di comicità prima di essere conosciuto dal grande pubblico. Ricordo i miei trascorsi nel cabaret locale alla discoteca El Toulà, la sala Laudamo, il Teatro Valli, il giornale Il Soldo, dove tenevo una rubrica umoristica, e anche il giornalino dello Jaci. Tutti questi luoghi, insieme a molti altri sono stati una palestra dove ho allenato la rapidità di inventare".