Alla scoperta delle Breast Unit durante il seminario "Donna e tumore alla mammella: il presente ed il futuro nella cura e nella ricerca"

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Nell’ambito delle attività di Terza Missione e in sintonia con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda ONU 2030, in particolare con l’Obiettivo 3 - Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età, l'Aula Cannizzaro dell'Ateneo peloritano ha ospitato un seminario dal titolo "Donna e tumore alla mammella: il presente ed il futuro nella cura e nella ricerca". 

L'iniziativa di carattere divulgativo, organizzata dal Dipartimento BIOMORF, è stata incentrata sul percorso diagnostico-preventivo e terapeutico del tumore della mammella, che rappresenta il primo tumore nel sesso femminile.

I lavori sono stati aperti dal Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, dal Direttore del Dipartimento BIOMORF, prof. Sergio Baldari e dal Delegato alla Terza Missione del medesimo Dipartimento, prof. Salvatore Settineri. La Prorettrice al Welfare e Politiche di genere dell'Ateneo, prof.ssa Giovanna Spatari, ha moderato gli interventi di docenti, dirigenti medici ed esperti di settore, tra cui la dott.ssa Luisa Puzzo, Responsabile Breas Unit, dell'Ospedale San Vincenzo di Taormina. 

Contestualmente, si stima che circa 1 donna su 8 svilupperà questo tumore nell’arco della propria vita. Gran parte di questi tumori sono classificabili come sporadici, ma si ritiene che il 5-10% circa costituiscano forme ereditarie, attribuibili a fattori genetici di predisposizione. Nell’uomo costituisce < 1% dei tumori, con un rischio nell’arco della vita inferiore ad 1/1000, ma per la sua rarità è considerato un elemento di sospetto di una forma ereditaria. I geni BRCA1 e BRCA2 sono responsabili di circa il 25-30% dei casi di tumore ereditario della mammella. Le società scientifiche e il Ministero della Salute raccomandano l’implementazione del test BRCA nelle pazienti con carcinoma mammario e nei familiari a rischio elevato di neoplasia. Questo iter di approfondimento genetico-oncologico è importante nel percorso di prevenzione dei tumori della mammella poiché, come raccomanda il Ministero della Salute, la prevenzione è un impegno a ‘volersi bene’.

"Il tema del seminario - ha esordito il Rettore, è importante e sono lieto di poter ospitare in quest'Aula docenti, medici e ricercatori che si impegnano costantemente per il miglioramento della salute umana. In ambiti come quello del tumore alla mammella è fondamentale la prevenzione, unitamente al settore della ricerca scientifica, per diminuire considerevolmente i casi di mortalità. Il mondo della ricerca, infatti, continua ad andare avanti per studiare componenti genetici e terapeutici in grado di implementare le cure e la qualità della vita. Conosco la dott.ssa Puzzo, presente quest'oggi, e sono consapevole dell'attenzione con cui svolge il suo lavoro. Rappresenta una eccellenza in grado di alzare l'asticella del confronto positivo che tanto bene può fare alla nostra Isola. Taormina è un esempio di catena virtuosa per il percorso delle pazienti, dalla prevenzione alla risoluzione del problema".

"Ringrazio l'Ateneo e, in particolare, il Rettore - ha aggiunto la dott.ssa Puzzo - per l'affetto ricevuto e per l'invito in occasione di questa iniziativa che mi consente di parlare del lavoro che svolgo. Una Breast Unit, che finalmente la Sicilia ha deciso di identificare concretamente nella nostra Regione, riunisce un gruppo di specialisti finalizzato alla prevenzione, alla diagnosi ed al trattamento chirurgico e medico di patologie della mammella. Segue protocolli internazionali e linee guida certificate, avvalendosi delle più recenti metodologie disponibili. Il percorso ideale della Breast Unit prevede vari step: dalla scoperta del tumore alla fase dei controlli post terapia. In caso di malattia metastatica, le donne sono prese per mano ed accompagnate in ogni fase della cura. La figura di riferimento è l'infermiere di senologia, ovvero, il case manager. Dentro la Breast Unit si svolge lo screening mammografico (per le donne dai 50 ai 69 anni di età, ogni 2 anni), l'esame di radiologia, il primo colloquio (in presenza di medici e associazioni di sostegno), la fase di accettazione prima del passaggio al reparto di chirurgia senologica (con il chirurgo senologo e quello oncoplastico). Al reparto di oncologia medica si svolgerà, inoltre, il secondo colloquio e la fase terapeutica post diagnosi (con l'ausilio dell'anatomo-patologo). Alla radioterapia seguiranno, invece, visite periodiche ed esami programmati dopo la cura".     

Nel corso del seminario, la prof.ssa Spatari ha voluto ricordare il fattivo contributo dell'Associazione “Per te donna“. Si tratta di una onlus che funge da punto di riferimento per tutte le donne, fornendo loro sostegno psicologico e diffondendo la cultura della prevenzione per una diagnosi precoce.