Cardio-Oncologia: prestigiosa pubblicazione sulla Rivista “Cancers”

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L'avvento dell'immunoterapia ha radicalmente modificato la prognosi di molte neoplasie maligne, rappresentando ad oggi uno dei principali standard di cura oncologica. Tuttavia, questi farmaci, noti come immunecheckpoint inhibitors (ICIs), pur caratterizzati da una migliore tolleranza rispetto ai comuni chemioterapici, non sono privi di effetti collaterali. 
Un effetto collaterale non molto frequente (< 1%), ma gravato da un impatto prognostico rilevante, è la cardiotossicità. In particolare la miocardite rappresenta la principale complicanza cardiologica secondaria all'uso di farmaci immunoterapici e una delle possibili cause di interruzione del trattamento.  

In questo articolo, voluto e ideato dal Prof . Nicola Silvestris (Ordinario Oncologia Medica) e recentemente pubblicato dalla rivista Cancers (I.F.: 6.5 JCR: Q1) i cardiologi e gli oncologi del nostro Policlinico che seguono i pazienti negli ambulatori dedicati di Cardio-Oncologia, coordinati dalla Prof.ssa Concetta Zito (Associato di Cardiologia)  hanno raccolto e sintetizzato le principali e più recenti raccomandazioni circa la diagnosi e il trattamento delle cardiotossicità immuno-relate. In particolare , sono stati analizzati, punto per punto, i vari scenari clinici di tali eventi avversi e i relativi risvolti terapeutici, sia a breve che a lungo termine.

Gli autori hanno inoltre delineato le caratteristiche del Cardio-Oncologo, figura emergente e di cruciale importanza per i pazienti oncologici in trattamento immunoterapico e non solo. In particolare sono stati  descritti 3 step fondamentali per il "training" di un Cardio-Oncologo: 1) acquisizione delle conoscenze di base oncologiche e cardiologiche, 2) acquisizione delle conoscenze avanzate e dell'esperienza clinica e 3) specializzazione in cardioncologia.  

Cruciale l'importanza di un team multidisciplinare con il fine ultimo di garantire al paziente la sua presa in carico globale e il miglior trattamento oncologico con il minor rischio di complicanze cardiovascolari.