La cooperazione allo sviluppo nella permacrisi: il ruolo dell’università italiana

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L’Università di Messina ha ospitato nei giorni scorsi un evento di promozione della cooperazione allo sviluppo in ambito universitario.
L’incontro promosso dalla rete di atenei del Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo (rete.cucs@it), cui Unime aderisce dal 2023, e dal Dipartimento di Giurisprudenza (nell’ambito delle iniziative del progetto di eccellenza Di Sea Gual) ha visto la partecipazione sia dei ministeri italiani che, per mandato istituzionale, si occupano di programmare e finanziare i bandi della cooperazione allo sviluppo, il MAECI e il MUR, sia del coordinatore nazionale della rete CUCS e della delegata CRUI al CNCS (Consiglio Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo). All’evento hanno aderito anche le Università di Catania ed Enna.
I lavori sono stati articolati in due momenti: nel pomeriggio del 10 marzo i relatori già presenti a Messina sono stati ricevuti dalla rettrice, Prof.ssa Giovanna Spatari, in Aula Cannizzaro. A questo primo momento di lavoro hanno partecipato la dott.ssa Maria Luisa Campo, funzionario tecnico della Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo del MAECI, che vanta un’esperienza trentennale nella cooperazione italiana allo sviluppo, la prof.ssa Ing. Emanuela Colombo, Chair-holder della Cattedra Unesco on Energy del Politecnico di Milano, il prof. Ing. Guido Zolezzi, Cattedra Unesco on Land dell’Università di Trento e coordinatore della rete CUCS-CRUI e la prof.ssa Marcella Distefano, componente della Giunta CUCS e docente di diritto internazionale nel nostro ateneo.
Il confronto, gentile e costruttivo, sul futuro coinvolgimento dell’ateneo peloritano in iniziative di cooperazione tecnica allo sviluppo, principalmente rivolte ai Paesi africani in ambito medico e giuridico, ha contribuito a consolidare il legame tra l’unico ateneo siciliano che aderisce alla rete CUCS, la CRUI e il MAECI.
Lunedì 11 marzo nell’Aula 2 del Dipartimento di Giurisprudenza ha preso vita l’evento principale, in modalità blended, essenzialmente rivolto agli studenti, con la partecipazione da remoto del Cons. Luigi Diodati che coordina il nuovo Ufficio VI della DGCS dedicato ai rapporti con il mondo variegato dei soggetti che fanno cooperazione allo sviluppo nel sistema Paese (enti territoriali, enti non profit, enti profit e università) e del Dott. Michele Mazzola  della Direzione generale per l’internazionalizzazione del MUR che invece si occupa dei bandi PNRR-MUR sulla cooperazione, in particolare del recente bando TNE (Iniziative Educative Transnazionali).
Dopo i saluti istituzionali del Prof. Antonino Germanà, prorettore al diritto allo studio, che ha sottolineato la vocazione sempre più internazionale del nostro ateneo che accoglie oltre 2000 studenti provenienti da 72 Paesi stranieri, la prof.ssa Distefano ha introdotto i lavori soffermandosi sul valore della cooperazione allo sviluppo in tempi di Permacrisi ovvero di crisi continue e diverse che rischiano di minare la solidità di interventi risalenti nel tempo, soprattutto in ambito multilaterale.  
In effetti, il sistema universitario italiano rappresenta uno dei principali soggetti attuatori delle politiche di cooperazione allo sviluppo promosse dal MAECI. La legge 125 del 2014, nel ridisegnare ed aggiornare le funzioni e il ruolo del Ministero degli affari esteri nell’ottica della cooperazione internazionale, ha inteso non solo disciplinare i rapporti interni al sistema Paese, inteso in senso ampio, in modo da ricomprendervi al suo interno, attori istituzionali, università, enti no profit e imprese, ma anche promuovere, nel rispetto della autonomia sancita dalla nostra Costituzione repubblicana, il sistema universitario italiano quale centro di alta formazione e di ricerca in cui si forgiano le generazioni presenti per migliorare le condizioni di vita delle generazioni future.
Il tema della cooperazione allo sviluppo è stato così analizzato da prospettive di indagine differenti, offrendo un terreno ideale di dialogo e confronto tra saperi, secondo la missione che deve animare la vita di una comunità accademica ovvero quella della condivisione di valori universali che perseguano il benessere collettivo e la persona umana (c.d. One Health).
I lavori sono poi entrati nel vivo con la moderazione della Dott.ssa Campo che, avendo praticato sul “campo” la cooperazione allo sviluppo con Operation Smile (https://operationsmile.it/), ha invitato i giovani ad avvicinarsi al mondo della cooperazione allo sviluppo.  
Il Consigliere Diodati ha tenuto a ribadire l’importanza della legge 124 e la necessità di “promuovere relazioni solidali e paritarie tra i popoli che devono essere fondati su principi di indipendenza e partenariato, avendo come destinatari proprio le popolazioni, le organizzazioni, le associazioni civili, il settore privato, le istituzioni nazionali e le amministrazioni dei Paesi partner”.
Il dott. Mazzola ha centrato il suo intervento sulla valenza della cultura, intesa in senso ampio, nell’era della permacrisi, tema sfidante e quanto mai attuale, che ci invita a riflettere sull’importanza della formazione universitaria e della ricerca nella programmazione e nell’attuazione delle politiche di cooperazione allo sviluppo, non solo italiane ma anche europee, in stretta sinergia con la CRUI.
Il prof. Guido Zolezzi ha illustrato la missione e le iniziative del CUCS, dalla sua nascita nel 2007 fino ai nostri giorni, con una serie di esempi che hanno riguardato le iniziative di alta formazione, ricerca e terza missione, sia in area STEM sia in area Umanistica. “Quello di Messina - ha tenuto a ricordare il prof. Zolezzi - è il primo di una serie di appuntamenti che nei prossimi mesi faranno tappa in altri atenei italiani, dalla Ca’ Foscari (15 aprile) a Genova (fine maggio) sino a Firenze (12-14 settembre) in uno sforzo corale di promozione della cooperazione universitaria allo sviluppo e con un focus speciale sull’Africa e sul Piano Mattei. Alla Permacrisi - ha concluso il docente trentino - dovrebbe corrispondere una Perma-Cooperazione”.
La prof.ssa Colombo, autentica veterana della cooperazione, ha posto l’accento sulla necessità di individuare nuovi paradigmi ed una nuova tassonomia della cooperazione allo sviluppo, grazie al valore della Scienza che diventa Diplomazia e dialogo, linguaggio comune universale rispetto alla permacrisi. La ricerca si tramuta, in altri termini, in un volano per migliorare le relazioni internazionali tra gli Stati (esempio del Cern di Ginevra), un valore aggiunto dell’università per riportare fiducia, condividere le conoscenze per il bene dell’umanità e indirizzare le politiche nazionali ed internazionali. “La forza delle Università risiede nel dialogo tra generazioni - ha spiegato la docente - Siate compagni gentili e diventerete leader gentili”.
La giornata si è conclusa con gli interventi della prof.ssa Lucia Zappalà, delegata per l’internazionalizzazione dell’Università di Catania, che ha illustrato i progetti di cooperazione che coinvolgono l’ateneo etneo; del prof. Vincenzo Fasone, economista industriale che ha condiviso le esperienze in Africa promosse dalla Università Kore di Enna e della prof.ssa Cinzia Ingratoci, vice-direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza e docente di diritto della navigazione, che ha relazionato sul progetto Di Sea Gual, uno dei 15 progetti di eccellenza in ambito giuridico finanziati dal MUR per il periodo 2023-2027.
Il progetto Di Sea Gual intende favorire l’eliminazione delle diseguaglianze nell’accesso ai nuovi beni (beni bio-economici, digitali, ambientali e culturali) nell’Area Euromediterranea attraverso la creazione di una rete di collaborazioni accademiche e territoriali, una Piattaforma digitale delle conoscenze, una Enciclopedia ad accesso libero, nuove forme di mobilità internazionale e nuovi corsi, anche in lingua inglese, centrati sui temi dell’innovazione digitale, della sostenibilità sociale ed ambientale e degli studi giuridici transnazionali ed europei.
Nel concludere i lavori di una intensa giornata di lavori la dott.ssa Campo si è rivolta ancora una volta agli studenti invitandoli a considerare la prospettiva della cooperazione allo sviluppo come modo di stare al mondo e come input morale e dovere solidale.