Celebrata in Ateneo la figura di Marie Curie, precorritrice delle donne nella Scienza

Image
Celebrata in Ateneo la figura di Marie Curie, precorritrice delle donne nella Scienza
Paragrafo

In occasione del 157° anniversario della nascita di Marie Curie, l’Aula Cannizzaro del Rettorato ha ospitato la presentazione del volume “Io sono Marie Curie” di Sara Rattaro. Dopo i saluti della Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari, hanno dialogato con l'autrice, Alessandra Cutrupia, studentessa del CdL in Metodi e Linguaggi del Giornalismo e Federica Giorgianni, dottoranda in Processi e Tecnologie fotoindotti. 

Tra gli altri, era presente in aula Daniela Bonazinga (Libreria Bonazinga), co-organizzatrice dell'iniziativa dalla duplice valenza: da un lato, attraverso la figura della scienziata precorritrice delle donne nella Scienza a cavallo tra Ottocento e Novecento, si vuol implementare un sempre maggiore ingresso delle giovani studentesse all'interno del vasto panorama offerto dalle discipline STEM (settore scientifico-tecnologico), dall'altro lato si vuole stimolare alla lettura dei libri ed alla fisicità del rapporto con le loro pagine. 

"È un piacere per me - ha detto la Rettrice - poter presenziare ad un importante evento come questo ed accogliere l'autrice di questo libro che ci racconta le vicende di una grande donna che si è spesa con e per la Scienza. Esempi come il suo sono portatori di un messaggio necessario e potentemente contemporaneo in questa fase di fermenti culturali e sociali in cui si ricerca ancora la piena affermazione della parità di genere e della donna nell'ambiente scientifico. È necessario avvicinare sempre più studentesse alle discipline STEM e sempre più ragazzi e ragazze alla pratica della lettura. Mi fa enorme piacere che il dialogo con l'autrice veda protagoniste due giovani di UniMe, una studentessa di Giornalismo e una dottoranda che sta proseguendo il suo virtuoso percorso in ambito STEM".

"Sono contenta di essere qui - ha aggiunto Sara Rattaro - per parlare di una grande donna della storia, fonte di ispirazione ancora oggi e vincitrice di due Premi Nobel. Il mio viaggio nel mondo della scrittura vive ed ha vissuto della necessità di raccontare le donne. Per le mie passioni personali, essendomi laureata in Biologia prima che in Scienze della comunicazione, sono molto legata alla figura di Marie Curie ed alla potenza dirompente della sua eredità per le donne e non solo. Lei e tante altre donne che hanno lasciato il segno in tantissimi campi della Scienza, della Letteratura, dell'Arte, del Giornalismo, rappresentano il propulsore che ancora oggi rafforza la lotta per la parità di genere e la consapevolezza che le donne possono riuscire a compiere grandi cose per l'intera umanità".

Nelle 208 pagine di "Io sono Marie Curie" (edito da Sperling & Kupfer) la scrittrice ligure svela un ritratto appassionato di Marie Curie, del suo spirito impavido, della sua tenacia, genialità e modernità. Fu una commistione tra destino e amore per la Scienza a far incrociare le strade di Pierre Curie e di Marie, giunta a Parigi da Varsavia in cerca di un laboratorio in cui fare esperimenti. Fino a quel momento, grazie al sostegno del padre, aveva frequentato corsi clandestini poiché le leggi russe vietavano l'Università alle ragazze. Marie, che ha sempre rifiutato il destino di moglie tradizionale e respinto l'idea di confinarsi tra le mura domestiche, trova in Pierre un alleato e uno sposo con cui condividere lavoro ed interessi. Nel 1904, divide il suo Premio Nobel per la Fisica con il marito e un altro scienziato, Henri Becquerel, solo perché il mondo non è pronto ad attribuire ad una donna la scoperta importante della radioattività. Dopo la morte di Pierre, investito da un carro, Marie torna in laboratorio e accetta la cattedra alla Sorbona che era stata del marito. Dopo le vicissitudini legate ad una relazione travagliata, un'orribile campagna stampa e violenti attacchi fisici contro la sua persona, nel 1911 vola a Stoccolma per ricevere il secondo Nobel, questa volta per la Chimica, ottenuto per aver scoperto il radio e il polonio, il cui nome è stato scelto proprio in onore della terra natale della scienziata che più di ogni altra è riuscita a travalicare il tempo e le concezioni sociali della sua epoca.  È stata una dei cinque vincitori del Nobel ad averne ricevuti due ed è la sola ad aver vinto il Premio in due differenti campi scientifici.