È stato presentato, presso l’Aula Cannizzaro, il volume “Mafia tra continuità e mutamento. Analisi, esperienze, narrazioni”, a cura di Luigi Chiara e Rossella Merlino.
Dopo i saluti della Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari e una breve introduzione ai lavori del prof. Luigi Chiara, sono intervenuti il dott. Antonio D’Amato, Procuratore della Repubblica di Messina, e il dott. Nino Rizzo Nervo, Direttore della Gazzetta del Sud. L'evento è stato moderato dalla prof.ssa Maria Teresa Collica.
Il volume, a partire da ambiti disciplinari e settoriali diversi, contiene i contributi di una serie di Francesco Benigno, Luciano Brancaccio, Enzo Ciconte, Rossella Merlino, Luigi Chiara, Ombretta Ingrascì, Felia Allum, Robin Pickering-Iazzi, Marcello Ravveduto, Maurizio De Lucia, Cosima Di Stani, Ornella Pastore, Andrea Apollonio, Emanuele Crescenti e Nuccio Anselmo.
Dal libro, suddiviso in quattro parti dedicate all'approccio storico sul tema, al ruolo della donna nelle mafie, alla legislazione antimafia, agli interessi delle mafie nel periodo Covid ed in relazione alla tecnologia, emerge esplicitamente come le mafie siano in grado di interagire con i processi di cambiamento esterni, con i discorsi e le rappresentazioni che da oltre un secolo e mezzo si producono sul fenomeno. L’assunzione di forme organizzative più flessibili, di modelli d’azione maggiormente complessi, la relazione dinamica con l’ambiente circostante, l’utilizzo di nuove tecnologie sono solo alcuni dei meccanismi con cui le mafie si rapportano alle più generali trasformazioni di ordine sociale, politico e economico.
"Questo volume - ha detto la Rettrice - affronta con rigore un tema cruciale per la nostra società, concentrandosi in particolare sull'evoluzione del fenomeno mafioso e sul modo in cui le indagini lo combattono. I vari saggi dimostrano come, oltre ai mutamenti, ci siano anche elementi di continuità codificati e riconosciuti. La presenza odierna di esponenti di diverse istituzioni testimonia come sia fondamentale il dialogo tra Università, Magistratura e mondo della comunicazione per studiare sia i mutamenti che gli elementi di continuità delle mafie. Contrastare ogni forma di illegalità significa indagarla a fondo ed in questo senso l'Università rappresenta un luogo di studio importante entro cui esercitare e tramandare la responsabilità civile".
"Desidero ringraziare tutte le autorità e le Forze dell’Ordine presenti e gli autori dei saggi che hanno arricchito il volume con contributi multidisciplinari- ha sottolineato il prof. Luigi Chiara. La genesi del libro risiede nell'oculata raccolta degli atti finali di un convegno sulle organizzazioni mafiose nella provincia di Messina, nell'ambito di alcune attività del programma 'Marie Skłodowska-Curie'. I saggi sono accomunati da un approccio di tipo storico e analitico capace di indagare i mutamenti del fenomeno mafioso e di esaminare la percezione dell'opinione pubblica della mafia, oggigiorno in grado di adeguarsi in base ai luoghi, alle tecnologie, ai social media ed alle situazioni. Una parte importante del volume è riservata al ruolo delle donne all'interno del panorama mafioso".
Sull'importanza dell'approccio multidisciplinare del volume e sulla necessità di non abbassare mai la guardia nei confronti del fenomeno mafioso si è espresso anche il Direttore della Gazzetta del Sud, dott. Nino Rizzo Nervo, il quale ha anche ricordato come il giudice Giovanni Falcone sia stato lungimirante nel comprendere l'enorme capacità di adattamento e mutamento della mafia.
"Il volume - ha dichiarato il Procuratore D'Amato - rappresenta una pubblicazione di grande rilievo e di enorme attualità che si pone nel solco delle attività di divulgazione culturale, informazione e contrasto al fenomeno mafioso. Vi è la necessità, in un periodo storico in cui l'azione mafiosa appare meno vistosa e muscolare, di mantenere altissima la soglia dell'attenzione, sia a livello investigativo che informativo e politico. Nella situazione che stiamo vivendo questo volume contribuisce a riaccendere i riflettori su in fenomeno che non si è placato solo perché meno visibile. È necessario che la legislazione sia attualizzata rispetto alle nuove manifestazioni dell'agire mafioso. La mafia, che in questo territorio è presente, si adegua nel tempo e nello spazio ed è fondamentale che lo faccia anche la legge, da sempre caratterizzata da un ritardo quasi endemico. Basti pensare ai ritardi nel normare ciò che attiene ai collaboratori di giustizia o al ritardo accumulato in passato per legiferare in materia di contrabbando alla fine del secolo scorso. La legge fu varata dopo il sacrificio umano di alcuni Carabinieri. Ritardare equivale ad una sottovalutazione del problema e questo non può più avvenire dal momento che la mafia rappresenta un oceano ancora più grande. Non si parla più di mafia, ma di mafie dai differenti linguaggi, capaci di operare in svariati settori più o meno nascosti come, ad esempio, il cybercrime e non solo".