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Museo della Fauna

Museo della fauna

Il Museo della Fauna è un'istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della collettività, istituito per finalità di ricerca, di conservazione, di divulgazione e di tutela di testimonianze faunistiche. 
Il Museo della Fauna è stato istituito nel 2011 ed è stato autorizzato con delibera del Senato Accademico dell’Università degli Studi di Messina (8 settembre 2011). È un'istituzione scientifica riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Decreto n° 0004938 del 9/3/2017 - Cod. IT 029) permanente, senza scopo di lucro, al servizio della collettività, istituita per finalità di ricerca, di conservazione, di divulgazione e di tutela di testimonianze faunistiche.

Le finalità del Museo della Fauna sono rappresentate dalla cura delle collezioni faunistiche favorendone l'ampliamento, dalla gestione e dall'esposizione dei reperti di proprietà pubblica e/o privata consegnati in affidamento temporaneo o definitivo, dal proporre iniziative volte a diffondere la cultura naturalistica e faunistica attraverso pubblicazioni, mostre, attività didattiche, visite guidate, conferenze e campagne di raccolta in collaborazione con le Autorità Comunali, Provinciali, Regionali e Nazionali competenti, con istituti di ricerca pubblica e privata italiani e stranieri, che operino nel campo della divulgazione della cultura naturalistica e faunistica.
Rappresenta oggi un punto di riferimento per Enti pubblici e privati che intendano svolgere attività di ricerca scientifica nel settore faunistico e naturalistico da svolgersi previa autorizzazione della direzione del museo, tenendo conto anche delle esigenze legate alla conservazione dei materiali e dei motivi di opportunità connessi a studi e/o ricerche già in corso.

Sezione faune fossili
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Scheletro di Capodoglio esposto presso il Castello di Milazzo

Ospita fossili provenienti da scavi sistematici condotti da Laura Bonfiglio e da Gabriella Mangano in Sicilia e in Calabria meridionale e una preziosa raccolta di resti di elefante, ippopotamo, cervo, orso, tartaruga provenienti dalle ghiaie affioranti sulla panoramica dello Stretto recuperati negli anni 60-70 del secolo scorso dal naturalista Adolfo Berdar.


Da una spiaggia fossile di Monte Chiarello (Calabria meridionale), ora sollevata alla quota di 700 metri sul livello del mare, provengono i resti di una balena spiaggiata circa tre milioni di anni fa.
Le collezioni più numerose provengono dagli scavi sistematici condotti nel Comune di Acquedolci, in provincia di Messina, dove è ubicata la Grotta di San Teodoro.  Ad Acquedolci sono stati messi in luce tre depositi a vertebrati terrestri pleistocenici, contenenti tre associazioni faunistiche differenti per composizione ed età tutti appartenenti al Quaternario, l’era più recente della storia della terra che ha inizio circa 2,5 milioni di anni fa e termina 10.000 anni fa. Davanti alla grotta è stato indagato un deposito lacustre pleistocenico risalente a 200.000 anni fa  e contenente migliaia di resti di ippopotamo (Hippopotamus pentlandi Meyer), e pochi resti di cervo (Cervus siciliae), orso (Ursus cfr. arctos), lupo (Canis lupus), tartarughe terrestri (Testudo cfr. hermanni), e un  unico osso di avvoltoio


I due depositi più recenti, contenuti all’interno della grotta di S. Teodoro, appartengono a due unità : la più recente è costituita da  un suolo ricco di manufatti litici e di resti di pasto, riferito una frequentazione umana del Tardiglaciale (fine della glaciazione würmiana), entro uno spazio di tempo valutabile all’incirca tra i 15.000  e gli 11. 000 anni a.C. e denominato Epigravettiano finale, che rappresenta l’ultimo periodo del Paleolitico superiore italiano.
I resti di grandi mammiferi  della grotta appartengono a taxa endemici della Sicilia associati a taxa di tipo continentale (Palaeoloxodon  n. sp (Herridge, 2010), Bos primigenius siciliae, Cervus elaphus siciliae, Sus scrofa, Canis lupus, Vulpes vulpes, Equus hydruntinus, Bison priscus siciliae, Crocuta crocuta spelaea), i piccoli mammiferi sono di tipo continentale (Microtus (Terricola) ex gr. savii, Apodemus cf. sylvaticus, Erinaceus cf. europaeus e Crocidura cf. sicula) .Le ossa dei grandi mammiferi presentano importanti tracce di danni prodotti dalla iena che ha lasciato anche una impressionante quantità di coproliti (circa 10.000) Le chiare evidenze della frequentazione della grotta da parte di popolazioni di iene permette di identificare questa grotta come una grande “tana di iene”,  la prima e finora l’unica “tana di iene” nota in ambiente insulare. La datazione a 23 mila anni fa di un metapodiale di Equus hydruntinus ha permesso di ricostruire un ponte continentale tra la Sicilia e l’Italia continentale.

Sezioni faune terrestri e marine

Avendo sposato il ruolo di "banca dati" della diversità animale siciliana, comprendono collezioni organizzate secondo diversi criteri (sistematici, zoogeografici, ecologici) tali da permetterne un'agevole consultazione. Al compito primario di conservazione dei materiali zoologici si aggiungono quelli dello studio dei materiali stessi, della interpretazione scientifica e della divulgazione e dell'esposizione dei risultati ottenuti. Le sezioni negli ultimi anni hanno recepito numerose collezioni faunistiche raggiungendo oltre i 2000 reperti inventariati alcuni dei quali già esposti e fruibili nelle sale espositive.

Attività didattiche
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Aula didattica

Le attività proposte tendono, con metodologie e strumenti differenti per i vari  livelli, a esercitare e definire il pensiero e il ragionamento scientifico autonomo, grazie all'ausilio di un ambiente d’apprendimento esclusivo con le sue sale espositive, i laboratori ed i materiali naturalistici.
 

Viene proposta una scelta di tematiche biologiche, naturalistiche e ambientali di ampia valenza educativa suddivise in tre macro aree: visita guidata, seminari di studio e laboratori scientifici.
In tutte le attività viene privilegiato il momento della scoperta grazie a percorsi autonomi ed individuali, lasciando largo spazio all’osservazione diretta, alla formulazione di ipotesi e di soluzioni stimolando il pensiero relazionale degli studenti visitatori.

La Visita Guidata
La visita guidata al Museo della fauna rappresenta un’opportunità per riflettere sulle tematiche inerenti il museo stesso e riveste un ruolo determinante nel passaggio dal guardare all’osservare. Tali percorsi offrono uno spunto per riflettere su tematiche naturalistiche, biologiche ed evolutive, utilizzando le esposizioni presenti in museo.

I Seminari di Studio e i Laboratori
I Seminari verranno strutturati con una introduzione generale sugli argomenti inerenti il titolo e presenteranno casi relativi a studi direttamente condotti dai relatori sul nostro territorio con lo scopo di mettere in evidenza processi di conoscenza e di ricerca provenienti dalla “lettura” dei documenti e dall’esperienza maturata sul campo. Vengono proposti i seguenti seminari e laboratori:

  • SEZIONE FAUNISTICA
    • Lo Stretto di Messina e le sue meraviglie:
    • I Rettili ed i Mammiferi – (seminario touch)
  • SEZIONE FAUNE FOSSILI
    • I fossili quali testimoni della evoluzione dello Stretto di Messina e dei processi di dispersione delle faune continentali in un ambiente insulare
    • La storia di Messina ricostruita mediante gli scavi in città:
    • Le faune dei siti archeologici messinesi

Museo della Fauna
Polo Universitario Viale Annunziata (5,36 km)
98100 Messina
(prof. Filippo Spadola)
Pagina Facebook
museodellafauna@unime.it

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